venerdì 25 settembre 2015

Progetto Sam

Giovedì 24 Settembre

Eccomi qui.. si lo so sono sparito..dopo un primo rush iniziale non ho più scritto e giustamente uno si chiede cosa diavolo sia successo. Beh innanzitutto sto imparando a vivere il blog in maniera molto più rilassata di una volta. La rigida regolarità e gli appuntamenti fissi a volte, almeno a me, mettono una certa ansia e rendono il tutto meccanico. A volte infatti capita che non ci sia molto da aggiungere ad un post che già da una perfetta immagine di eventi o emozioni. Mi piace quando scrivo sospinto da un emozione o da un forte bisogno di condividere qualcosa di unico che ho vissuto, e non riesco a scrivere solo per mera descrizione. Tuttavia ad essere sinceri una gran parte del perché non ho scritto in questi giorni, pur essendo ancora quelli iniziali e pieni di novità, era perché mi ero come bloccato. Dopo lo slancio iniziale che serve per tuffarsi in una realtà così nuova e forte, mi ero trovato dentro la solita e ben conosciuta palude delle malinconie dove, sabbie mobili di ricordi, riflessi interiori, tanti dubbi e una punta di pensiero ossessivo tirano il freno a mano e avanzare diventa impossibile. Ammettiamolo, è normale, sarebbe inumano essere sempre al massimo e non avere dubbi, soprattutto se in ballo nel pentolone ci sono umori ancora troppo freschi e attivi. Poi su questo mi conosco bene, e so già che ad ogni partenza da casa lo strappo è sempre doloroso e ci vuole un po di tempo per riassorbirlo. Poi di solito accade tutto da solo, ti svegli una mattina e ti sorprendi a chiamare casa il luogo che ti era sconosciuto solo fino a qualche giorno fa. La mente inizia ad abituarsi ai posti, la gente, e tesse una cartina interiore, legata a piccole routine quotidiane. E' fatta, questo è l'inizio della vera avventura e lo sfumarsi di quella malinconia. E qui, quella roccia che eravamo inizia a farsi porosa e lasciar filtrare il mondo che abbiamo attorno fino a impregnarsi e acquisire quella nuova realtà. Certo però è importante anche la compagnia, e nel mio caso devo ammettere che sono fortunato. I volontari con cui condivido la casa sono tutti bravi ragazzi e li considero già amici, visto gli scambi umani e profondi che già in breve tempo sono nati. Siamo molto coesi e sintonizzati, e questo da tanto il sapore di famiglia, di comunità e aiuta davvero tanto. Prima di continuare però dovrei forse spiegare meglio il progetto che stiamo aiutando. Tutto parte da helpx.net e workaway.info, i siti che già conosco bene da anni di viaggi e che permettono di trovare lavoro volontario, diciamo alla pari, in tutto il mondo. Qui c'è Freddie, un ragazzo Ugandese, che tramite quei siti accetta volontari da tutto il mondo, e che poi ospita a casa sua in cambio di un piccolo contributo spese. Freddie lavora nella tv e radio locali ed è conosciuto dappertutto in paese. Conosce varie realtà della zona ed è per questo la persona ideale per organizzare questo tipo di volontariato. Ogni volontario può scegliere il progetto che fa più per lui. Dall'insegnare inglese e altre materie ai bambini nelle scuole locali, a lavorare nelle fattorie biologiche in zone rurali, fino ad altri progetti che per ora non ho visitato. Per il momento ho lavorato solo nella fattoria di Sam che usa tutte tecniche dell'agricoltura biologica e questo lasciatemelo dire è pazzesco. Cioè dico, sono in Africa da un piccolo agricoltore locale e scoprire che usa tecniche della permacultura e agricoltura biologica, è come una boccata d'aria fresca!! Quando si va da Sam si usa come mezzo di trasporto i boda boda, cioè le moto taxi. Si esce dalla città e si entra nella campagna Africana con i suoi ritmi, la sua gente e si apre un mondo nuovo. La vita è semplicissima e tutto è a misura d'uomo, lento e umano. Passando a bordo del moto taxi si incontrano per la strada di terra battuta molti abitanti, spesso bambini che vivono in case lungo la strada. Appena vedono arrivare le moto si appostano armati dei loro migliori sorrisi, e con la mano che fa "ciao" gridano "muzzungu!!" che vuol dire "uomo bianco". Lungo la strada sterrata ci sono continui gruppetti di bimbi che ci accolgono in questo modo, a volte pare di essere una qualche celebrità. Adulti e ragazzi più grandi invece hanno sempre delle espressioni durissime, ma che si sciolgono in un mega sorriso dai denti super bianchi appena li saluti con la mano. Stessa cosa per ragazze, signore e anziane. Tutti ci fanno le feste e i bambini vogliono toccarci, studiarci forse..ma di certo con un cuore e una spontaneità uniche. Sam ha vari progetti per la sua fattoria e anche per altre parti della comunità. E' una specie di riferimento per la comunità "Mugiti" e ha progetti di migliorare le sue strutture per beneficio della comunità stessa. In questi giorni lo abbiamo aiutato a portare cariolate di terra fangosa dalla stradina principale fino alla fattoria per costruire una doccia, che servirà per gli abitanti come anche per i volontari che di tanto in tanto si fermerebbero a vivere e lavorare da lui. E' davvero ispirante scoprirlo seguire molti concetti dell'agricoltura biologica. Parla di compostaggio, di sinergia tra piante e ha progetti come quello di iniziare l'apicoltura. Questo sarebbe grandioso per l'entrata economica che la produzione del miele offrirebbe e ancor più per il valore nutritivo nei confronti dei membri della comunità. Ma non solo, Sam sa bene che le api renderebbero tutta la fattoria più fertile attraverso l'impollinazione e anche questo è fondamentale. Qui stiamo parlando di permacultura, argomenti forse conosciuti da sempre ma che solo in tempi recenti stanno venendo riscoperti dalle nostre parti mettendo da parte le dannose produzioni di massa. Ma Sam ha tanti altri progetti come appunto l'espansione delle sue e altre strutture della comunità. Allora parlando con lui ci è venuto in mente di raccogliere dei soldi per aiutarlo a finanziare questi progetti. Soprattutto dopo la mia esperienza con indiegogo in Centro America ho pensato che la cosa fosse davvero fattibile e che aiutasse a far conoscere questa realtà e questo lavoro anche al di fuori dei volontari che passano di qua. Con entusiasmo abbiamo tutti aderito all'idea e ci siamo messi all'opera. Abbiamo discusso i dettagli del progetto con Sam e ci siamo fatti un idea di quello di cui ci sarebbe bisogno. Nella lista ci sarebbe la doccia, una casetta per il pollame, i materiali necessari per far partire l'apicoltura, cementare varie zone importanti che sono ancora in terra battuta e tanti strumenti tra i quali carriole, taniche per trasportare l'acqua dal pozzo per le famiglie locali e altro. Sam era profondamente grato per l'idea e il giorno dopo ha riunito molte famiglie per spiegare loro il progetto e iniziare a fare dei video e foto da usare come testimonianza della raccolta fondi. Questa infatti avverrà online tramite un sito che ospita questi eventi, e dovrà avere un video come presentazione del progetto. Il giorno dopo siamo tornati da lui ed è il giorno in cui ho vissuto le emozioni più forti dopo quel primo giorno del festival dove ballavano tutti sotto la pioggia. Arriviamo la mattina e Sam ha già riunito molta gente tra cui molti bambini. Ci incamminiamo verso una zona che ci vuole mostrare e mi piace tanto quello che vedo. Mi giro e c'è questo biscione di persone, bambini che ridono e scherzano e ci girano attorno, donne vestite con abiti tipici e gli uomini che sono sempre un po per conto loro tutti aggregati. E' una realtà semplicissima, la gente sembra felice e tanto spontanea e i bambini cercano il contatto per pura curiosità non perché si aspettino qualcosa in cambio. Documentiamo il momento con tanti video e foto, e dopo il discorso di Sam alla comunità un gruppo di 5 ragazzine ci offre uno spettacolino in cui cantano e ballano. Sono meravigliose e si sente un vero entusiasmo in tutto quello che fanno. Mi guardo attorno e mi ripeto "Sono in Africa", mi emoziono e commuovo ascoltando le bimbe che cantano e ballano, qui è davvero Africa e scopro della gente semplice e bella della quale solo fino a solo una settimana fa ignoravo completamente l'esistenza. Torniamo da Sam e passiamo la mattina a discutere dei dettagli e fare i conti dei fondi necessari. Un gruppo di bambini del luogo è sotto l'albero del Jack Fruit che ne mangia i frutti e in una pausa andiamo da loro per conoscerli. Partono balli, giochi improvvisati, foto e video di gruppo e ci troviamo avvolti da queste forze della natura. Più tardi alcuni di questi bimbi verranno dopo pranzo a fare un ballo e un canto per noi. Un momento per me commovente, con il testo della canzone che fa tipo "siamo onorati di ricevervi e così contenti che siate qui con noi". Un ragazzino, forse il leader del gruppetto si lancia in un solo di ballo e ancora una volta resto a bocca aperta per il talento che hanno questi esseri umani per il ballo, la musica e l'entusiasmo. C'è da tanto da imparare e sono io ad essere onorato, più di loro, di essere qua e fare da testimone a questa realtà. Prima di andare via facciamo un ulteriore giro e passando vicino una casa sento il suono come di uno xilofono. Mi avvicino e sono dei bambini che con dei rametti pestano su gli enormi tasti di uno xilofono artigianale fatto in legno. Suonano da dio, tutti a tempo, con ritmi non proprio basici.. ulteriore stoccata al presuntuoso uomo bianco e ammirazione per loro. Questo popolo, con le risorse che ha, con la forza e vitalità che ha potrebbe "farci tutti neri" e  forse sarebbe proprio un bell'augurio.

sabato 19 settembre 2015

Raggi tra le nubi, pioggia e anime che danzano

Sabato 19,

Festival "Miss Teen" al centro sportivo di Mbale

Mi sveglio col gallo che canta, provo a dormire ma poco dopo si svegliano i miei compagni di stanza e non ci riesco più. Resto comunque a letto rilassato. Dormo un altro pochino e quando mi sveglio mi presento ai ragazzi, visto che ieri sera già dormivano quando sono arrivato. David Australiano, Duncan della Nuova Zelanda, Sean e Danielle di New York e Miguel Colombiano. Io dormo in stanza con David e Duncan. Con tutti sento fin dal principio una buona vibrazione, sono tutti bravi ragazzi e mi sento già in famiglia. Capisco che come sempre sono fortunato perché essendo Sabato, oggi e domani non si lavora e avrò quindi il tempo di ambientarmi. Scopro inoltre che a parte Duncan un po tutti sono arrivati una o due settimane fa. Duncan, il più giovane ha 19 anni ma è super maturo e piacevole come persona. Mi racconta di essere qui la Luglio ma di aver fatto tre settimane di viaggio da solo nella zona e che quindi non è poi da molto nel progetto. Dice che la prende più come un viaggio che come lavoro di volontariato, a conferma di quello che avevo sentito e cioè che è davvero tutto molto flessibile e ognuno può viverla come meglio si sente. Tutti parlano di un evento in un campo sportivo ma non capisco bene chi va, e a che ora. Ovviamente essendo appena arrivato mi accodo e dopo un certo tempo di svacco ci incamminiamo per primi Duncan ed io. Il posto è molto carino, con vari piccoli alberi sotto cui ripararsi dal sole e con dei gazebo e tettoie. C'è poca gente e non sto capendo cosa deve succedere, sento solo dire che dovrebbe iniziare tutto alle 11.30 ma che come al solito sta ritardando. Ricordo a tutti il famoso "Hakuna Matata" soprattutto perché io, fresco di arrivo, in questo momento sopporto tutto e non ho nessuna aspettativa. Inizia ad arrivare gente, studenti delle superiori a quanto pare. Ad un certo punto mi si avvicina un bimbo di 6 anni e inizio un po a giocare con lui. Non l'avessi mai fatto, è finita che per tutta la giornata mi ha adottato ed è stato la mia ombra. Inizia finalmente l'evento, che apprendo essere un concorso chiamato "Miss-teen" cioè Miss adolescente di Mbale, nel quale le ragazze esibiscono le loro doti, di danza, recitazione e personalità e la loro filosofia di vita.
L'evento è carino ma abbastanza noioso. Stiamo seduti sotto un gazebo e continuo a giocare con il bimbo che ormai è come la colla. Anche provando a ignorarlo è ormai fatta, oggi sono suo papà. Passano varie ore così, tra chiacchiere tra di noi, giochi col bimbo e il concorso. E poi succede qualcosa che mi fa capire perché sono qua e cos'è davvero l'Africa, soprattutto in una cittadina piccola come questa. Il concorso finisce, c'è la premiazione e appaiono telecamere della TV locale. Freddie fa il presentatore assieme ad un altro e ormai il pubblico inizia a scaldarsi ad ogni nome di ragazza votata. Finito tutto si lascia posto alla musica e iniziano tutti a scatenarsi. Ecco questo è il punto in cui inizio a rendermi conto del modo in cui sentono la musica questi qua. Ballano tutti, ragazzi e ragazze e si muovono come fossero i loro movimenti del corpo a generare la musica non il contrario. Li guardo e mi trovo a ballicchiare pure io, come pure il mio corpo stesse imparando da loro. Gioco col bimbo ballando e passandolo ad altri volontari. Poi dei nuvoloni già da un po in agguato si avvicinano e inizia a piovere, dapprima qualche goccia e poi un forte acquazzone. Ci si protegge tutti sotto le tettoie e altri sotto due gazebo. Ma qui la musica e il ritmo sono più forti della pioggia e allora via, alcune temerarie, con la musica che ancora va nonostante l'acqua, escono dal gazebo per ballare sotto la pioggia. Le guardo e continua a stupirmi quel modo di muoversi. Anche molti sotto ai gazebo, tutti pigiati, continuano a ballare.. non riescono proprio a fermarsi. Ad un certo punto una ragazza dal sedere importante si appoggia ad un tavolo sul bordo di un gazebo e inizia a fare uno spettacolino ballando e scuotendo il sedere. Una flotta di ragazzi come api sul miele si avvicinano e fanno foto e video mentre lei continua tranquilla. Tutti si divertono, ridono, ballano e nessuno pare offendere o sentirsi offeso, come tra amici. Continua intanto la bufera illuminata da un sole al tramonto che trova spazio tra le nubi per regalare degli stupendi giochi di luce. Mi commuovo, sento quella forza, quell'entusiasmo che ti trascina e capisco perché l'Africa è la culla della vita, della musica e del ritmo. Mi gusto ogni istante mi e sento fortunato.

Arrivo in Uganda!!

Sabato 19, Mbale

Sono le 10 e oggi è il mio primo giorno qui a Mbale. Ieri sera sono arrivato a casa a mezzanotte e tutti dormivano. C'ho messo un po ad organizzarmi cercando di non disturbare nessuno. Ho dormito abbastanza bene, anche se la mente deve abituarsi al cambio e al nuovo paradigma. Ieri è stata una giornata lunga e intensa, e vorrei raccontare alcune cose. Ho chiuso l'ultimo racconto in volo quasi all'atterraggio ad Entebbe. Da li è stato un susseguirsi di forti emozioni.

Iniziamo la discesa, e ci avviciniamo sempre di più alla terra. Sento una forte emozione salire, una specie di tensione e lo stomaco che si chiude. Questi due giorni di viaggio hanno preparato il terreno per il momento che sta per realizzarsi ora. Ormai siamo bassissimi e in pochi minuti toccheremo terra. Thump..atterraggio morbido per l'aereo, ma tosto per me che sento sempre più forte quell'emozione. Sento il desiderio di condividerla con qualcuno e sento un po il vuoto dopo anni di profonda condivisione. Attacco bottone con la coppia Ugandese alla mia destra, miei vicini dall'inizio del viaggio ma con i quali non avevo ancora interagito. Incrocio gli sguardi, dico che è la mia prima volta in Africa, mi danno il benvenuto, dico due parole in Luganda una delle molto lingue di qua e quasi mi commuovo. L'aereo si ferma e iniziamo ad uscire, saluto ed esco e tutte le emozioni accumulate scoppiano appena fuori dalla porta e ancora sulla scaletta. Guardo il paesaggio, annuso l'aria e una frase si fa strada dentro me fino a trovarmi a dirla ad alta voce: "Sono in Africa, mio Dio l'ho fatto davvero, sono in AFRICA!!"
La ripeto di continuo commosso e stupito che davvero stia accadendo.
Cammino seguendo il flusso fino all'entrata dell'aeroporto per passare il controllo documenti. Sono ancora in questo stato di forte emozione e stupore. Passati i controlli ritiro il bagaglio ed esco nella speranza che davvero ci sia qualcuno ad aspettarmi. E infatti vedo Steven, un ragazzo Ugandese con un foglio con scritto il mio nome. Ci presentiamo e andiamo verso la macchina. La prima cosa che noto, in contrapposizione con Abu Dhabi è la temperatura. Qui si sta da Dio!! C'è una arietta fresca, il sole e la temperatura è ideale. Chiacchiero con Steven che è davvero amichevole andando verso la macchina. Noto subito in fondo al parcheggio un cartello enorme che pubblicizza le connessioni dati 4g.. e qui mi schianto contro le idee che come sempre ci si fa e che poi quando si è sul posto si scoprono incomplete..e qui faccio a riguardo una piccola parentesi.

...Africa, terzo mondo, tra i preparativi pre partenza leggo sulle reti mobili e capisco che il gms è ok, ma le reti dati sono poco sviluppate. Una volontaria diceva che si poteva connettere raramente. Parto con questa idea e penso che va bene così. Ore però spunta questo enorme cartellone del 4g...ma dico..4g??? Chiedo timidamente a Steven se ha senso farsi una sim e mi porta in un centro commerciale dove cambio i dollari e in dieci minuti mi fanno una scheda con internet perfetto, funzionante e veloce. Lui mi chiede subito il contatto Facebook e scopro che in molti hanno smartphones e connessione dati. Sono confuso, quasi mi pare di aver snaturato la cosa.. Ma capisco che qui ostinarsi a non usare la rete sarebbe più assurdo di farlo. Il bello è che in Norvegia, paese iper avanzato, in due mesi e mezzo non son riuscito a fare una connessione dati per questioni burocratiche e di assurdi pacchetti..e oggi nel mezzo dell'Africa nera, ad un'ora dall'atterraggio avevo già una connessione...come va il mondo..
Si parte in direzione Kampala, la capitale, da dove prenderò il bus per Mbale. Passo il viaggio a ripensare al discorso della connessione. Ho il cell pronto a connettersi, ma non lo uso perchè mi pare davvero assurdo essere già in rete..
Pausa a comprare un po di frutta, bananine e frutto della passione che ci mangiamo in viaggio. In un ora e mezza circa siamo a Kampala, dove dopo averlo pagato, Steven mi porta al bus giusto e si assicura che sia montato e tutto sia okay per poi contattare Freddie per venirmi a prendere a Mbale. Entro nel bus e ci sono mille gradi, sono tutti sudati e che si sventolano giornali. Spero davvero che parta presto ma scopro subito che i tempi sono quelli che già conosco dal Centro America, e pure con l'aggravante del....Hakuna Matata...!! Aspettiamo qualcosa come un ora..forse meno, o addirittura di più..un tempo incalcolabile. Il sole che batte sul vetro, l'odore di gasolio, mille venditori che richiamano al finestrino e altri che salgono e ti propongono i prodotti più disparati. Vendono bibite, acqua, carne arrostita infilata in un bacchetto di legno. Si siede vicino a me una ragazzotta che mi toglie quei pochi gradi di libertà che avevo sulla destra, che assieme alle ginocchia in gola e il finestrino rovente sulla sinistra danno l'immagine del piacere che provavo. Non dispero, richiamo gli anticorpi fatti in Centro America e porto pazienza. Finalmente si parte e un po di aria fresca inizia ad entrare. Chiacchiero con la ragazzotta che scopro essere laureata in qualcosa tipo pedagogia, ha 25 e sta seguendo un master. Questo quello che ho capito tra la confusione del bus, la stanchezza e l'accento inglese-africano che ancora non mi è molto familiare. Ha il notebook e scrive dei documenti riguardo l'educazione dei bambini e delle politiche per l'educazione. Steven mi aveva accennato che il bus ci metteva 5 ore circa..e infatti c'era da aspettarselo, alla fine ci metteremo oltre 6 ore con una pausa solo per andare al bagno. Arriviamo finalmente a Mbale e ad aspettarmi c'è Freddie che mi porta subito a casa montando in tre in un boda-boda, cioè i moto taxi qui in Uganda. Senza casco, in tre più il mio zainone e di notte..un inizio perfetto!!

venerdì 18 settembre 2015

Altro volo altra corsa..

Sono a più di metà viaggio diretto a Entebbe, unico aeroporto in Uganda.
Ho praticamente quasi solo dormito finora. Stanotte sono andato a letto alle 2, e mi sono svegliato alle 6 per andare in aeroporto. Non ho dormito molto, ma di certo è valsa la pena non restare in aeroporto e neppure uscire per andare in un freddo e anonimo ostello o simili.
Ma andiamo con ordine..
A Roma sono stato ospitato da un regista di teatro che in questo periodo è impegnato a organizzare un'iniziativa, una serie di eventi per promuovere temi come la sostenibilità, l'auto produzione e molto altro. Ospitava in quei giorni una ragazza Giapponese che lui ha descritto come davvero brava pittrice. Parlava davvero poco Inglese ed era fusa col suo cellulare dal quale consultava il mondo con due rossi e stanchi occhietti a fessuretta.
Ezio il mio ospite era impegnato via Skype con un collega a riguardo di quel suo progetto.
Quando si è liberato ci siamo fatti due chiacchiere e abbiamo scoperto con gran stupore quanto siamo simili da moltissimi punti di vista molto interiori e personali..assurdo trovarsi così.
In pochi minuti stavamo già parlando con un apertura di solito riservata a rapporti un po più stagionati. Ovvio che anche questa non è una coincidenza, ormai ho smesso di crederci da tanto tempo. Bene, andiamo a letto tardi e la mattina bello cotto parto per l'aeroporto.
Solite procedure, controllo documenti e prendo l'aereo. Cerco il mio posto che ho scelto online vicino al finestrino e sento con piacere l'amata lingua spagnola. E' una coppia di Barcellona che vola verso Abu Dhabi per andare in India. Abu Dhabi infatti, piccola parentesi, è un punto di partenza verso molte mete in Asia, Australia e Africa. Dico un "wow" agli spagnoli per la scelta della meta, racconto che io sto andando in Africa e mi presento. Dico il mio nome e sento di risposta "mucho gusto, Africa". Dato il breve tempo tra il mio "Africa" e il suo "mucho gusto Africa" penso si riferisca alla mia meta.. ma capisco subito che quello è proprio il suo nome!! Cioè un momento, io che sto andando in Africa, in un aereo con mille altre destinazioni mi trovo seduto davanti una ragazza Spagnola che si chiama Africa!!?? Penso alla rarità della situazione e mi vengono i brividi, e penso alla magia che nasce quando seguiamo il cuore e viviamo fuori dai nostri confini mentali e fisici.
Il volo passa tranquillo, chiacchierando con i vicini di posto, una coppia di cui lei Argentina e lui Australiano di ritorno nella terra dei canguri dopo un viaggio in Europa.
All'arrivo in aeroporto è tutto abbastanza facile, passati i controlli molto rapidi e apparentemente rilassati vado verso l'uscita per prendere un taxi come da istruzioni del mio ospite, un ragazzo iscritto a couchsurfing. Chiacchiero con il taxista, un Nepalese pacioccone da un anno ad Abu Dhabi che parla poco e ridacchia ad ogni domanda del tipo "come si vive qui" ecc..
L'impatto più forte è stato quello climatico, all'uscita dall'aeroporto. E' ormai buio e il termometro segna i 31° ma è difficile crederlo, sembrano piuttosto 40°..dev'esserci un umidità pazzesca. In viaggio mi stupisce la strada...una specie di tangenziale larghissima, con palme in centro e un manto stradale PERFETTO...pare di volare, e non è possibile rilevare nessun tipo di imperfezione ne visiva ne tramite vibrazioni o colpetti della macchina. Un vero tavolo da biliardo. Una strada che sembra andare all'infinito, tutta dritta per chilometri e chilometri. Gli spazi sono enormi, sulla destra le palme sono ad almeno cento metri dal bordo della strada, e tra questi due tanta sabbia. Più in la villette tutte simili e quasi a schiera. Ancora più in la sporadici altissimi edifici.
Arriviamo nella zona residenziale dove vive Kad, il mio ospite. Dopo una breve ricerca dell'edificio giusto e una chiamata per venirci in aiuto ci incontriamo. Alto, snello, molto scuro e con un fare super alla mano e molto amichevole che ho notato subito anche al telefono. Pare di conoscersi da tanto. Qui va raccontato un piccolo aneddoto. Quando l'ho contattato mi aveva chiesto di sentirsi su whatsapp per andare meglio. Ho accettato ma avevo notato subito quel suo fare così tranquillo e scherzoso, che mi suonava anche un po sibillino. Sul suo profilo aveva solo una referenza e 5 amici. Mosso da un certo sospetto guardo i profili degli amici e scopro che sono tutti gay e interessati al nudismo. Il mio sospetto risulta fondato e capisco che molto probabilmente anche lui era gay. Enorme precisazione: non ho nulla di nulla in contrario con qualsiasi tendenza sessuale (pur sempre nel rispetto di tutti), non mi spaventa e non mi mette a disagio. Trovo anzi che i gay siano sempre persone davvero interessanti e sensibili e di fatto alcuni miei ottimi amici lo sono. Il mio essere sul chi va là però era generato dal dubbio legittimo della buona fede di uno sconosciuto, con una sola referenza e in un paese a me del tutto ignoto. Inoltre il mio scrivermi con lui su whatsapp e il fatto di averlo scelto poteva creare dei malintesi. E' interessante questo punto perché è sempre delicata la scelta della fiducia verso il prossimo. Da un lato sarebbe incosciente fidarsi di tutti, e non è poi così impossibile che si possa nascondere un qualche secondo fine in certe occasioni. Dall'altra dobbiamo ricordarci che la maggior parte dei fantasmi e delle paure sono create dalla nostra mente, che in un momento in cui ci sente forti ha paura di perdere quel suo trono a favore di un po di cuore che entra in gioco. Ero ancora a casa quando mosso da questi dubbi ho deciso di andare diretto e parlargliene. Gli ho detto quello che pensavo e che ho profondo rispetto, e volevo solo evitare malintesi. Lui ha apprezzato molto e mi ha risposto che si è bisex e pratica il naturismo, ma ovviamente nel rispetto di ognuno e che se mi andava ancora potevo sempre essere suo ospite. Io ho gli risposto subito che si non c'era problema, e pare averlo stupito questa sicurezza.
Salgo in appartamento e mi presenta una sua amica Francese da lui per qualche giorno.. mi spiega che in realtà è Francese anche lui e che vive qui da circa un anno. CI prepariamo rapidamente per uscire ad una mostra d'arte di una persona che conosce. La mostra si tiene in un hotel di lusso. Mi presenta vari amici e mi trovo in un istante immerso in chiacchiere e racconti di viaggio e vita. Mi stupisce la serenità e la tranquillità di tutti. Sembrano tutti felici e molto aperti. Parlo come sempre un insalata di lingue, come pure le nazionalità che ci sono qui tutte mescolate assieme. Uno Spagnolo di Madrid che fa l'arredatore a Dubai, due Greci, un Marocchino e altri che ora non ricordo. Dopo la mostra Kad, la sua amica, il ragazzo Marocchino ed io
andiamo a mangiare in centro in un locale all'interno di una zona commerciale. Per strada Kad mi spiega alcune cose sulle società negli Emirati Arabi. Specialmente ad Abu Dhabi e Dubai, mi spiega, la gente è tranquilla e serena. Non ci sono disordini, e a suo dire si può lasciare il portafoglio sul tavolo di un locale e ritrovarlo dopo ore esattamente dove è stato lasciato. Questo dice è dovuto dalle pene molto alte e da un sistema sociale molto organizzato ma basato sul controllo. Per esempio non tutti possono fare tutti i lavori. Noi Europei per esempio possiamo solo fare i manager o i dirigenti, o comunque rivestire ruoli di una certa importanza. I camerieri e i servizi sono Africani e asiatici. I taxisti invece sono tutti Indiani, Pakistani, Nepalesi ecc. Il governo vuole sapere chi fa cosa e mettere tutte le etnie nello stesso ruolo. A me non piace molto l'idea, ma lui dice che questo porta un grande ordine e in realtà una serenità della gente. Le paghe sono molto buone, e tutti hanno ciò di cui hanno bisogno. Viene fatta una selezione della popolazione che immigra per viverci, e per questo non esistono barboni o senzatetto in tutta Abu Dhabi. Queste due città fanno anche eccezione riguardo le restrizioni che la religione Islamica impone, come quella dell'alcol e degli orientamenti sessuali. Qui si può fare tutto, ma a casa propria e non in pubblico. Si può acquistare alcol, anche se ognuno ha un massimo mensile. Si può fare tutto ma non offendere lo stato. Mi raccontava di una ragazza Europea che vive ad Abu Dhabi, che tempo fa è andata in prigione per dieci giorni per aver messo una foto su facebook che contestava e offendeva il sistema. La foto mostrava una macchina appartenente a qualche servizio pubblico parcheggiata male e pare che la pena ricevuta sia stata causata per il suo aver offeso, invece di aver contestato con rispetto.
E' un mondo davvero particolare, del quale so così poco e lo sento molto distante da quello che conosco. Però è stato interessante vederlo anche se di sfuggita.
Mangiamo in un locale Libanese, serviti da una simpaticissima Nigeriana la quale subito ho placato dicendole che ascolto Fela Kuti da sempre, e che solo per questo adoro la Nigeria.
Passo una bella serata tra amici, praticando un po di Francese e pensando che meraviglia la vita, e che meraviglia realtà come il couchsurfing. Kad è proprio un grande, simpatico ma profondo e sensibile, è un piacere averlo conosciuto ed esser stato del tutto sincero con lui.

Ed ora ritorno al presente..lentamente esco dalla visione della storia, e torno a sentire il rumore dell'aereo..sto per atterrare ad Entebbe.. sono quasi in Uganda!! Tutto questo sta per diventare realtà e inizio a sentire un po le farfalle nello stomaco!!
Allora avanti tutta e dentro all'avventura!!

mercoledì 16 settembre 2015

Cambio di paradigma e buchi neri..

Sono qui nella mia cameretta a casa di un couchsurfer di Roma che mi ospita questa notte. Abbiamo appena fatto una chiacchierata stupenda, uno dei piccoli miracoli che avvengono nella spontaneità di queste esperienze. Una connessione profonda e un intesa immediata, che da calore e fa trovare un amico in colui che fino a poco fa era uno sconosciuto.
E' tardi e dovrei andare a letto, domani devo svegliarmi presto per il volo per Abu Dhabi, ma ho anche tanto da scrivere e risistemare dalla giornata.
Ho finalmente aperto questo blog, per ora super spartano e tutto da sistemare, come luogo dove conservare ed esprimere idee, emozioni e riflessioni, esperienze e sperimentazioni.
Oggi è stata una giornata intensa e vorrei riportare qualcosa che ho scritto sul vivo dell'emozione mentre ero in volo per Roma..

"Sono qui seduto, e siamo appena arrivati in quota nel volo Venezia - Roma. E' dall'inizio della fase di decollo che non vedo l'ora di tirar fuori i miei nuovi compagni di viaggio: un piccolo tablet e una tastierina bluetooth per poter scrivere facilmente ovunque. In questo momento ne ho davvero bisogno; nelle ultime ore il tempo ha iniziato ad accelerare come all'ingresso di una strettoia, e ha raggiunto l'acme del cambio di paradigma iniziato con il salutare gli amici e gli ultimi preparativi. E' stato come passare attraverso un imbuto, e se prima tutto era vago, lento, solo immaginato, ora si sta materializzando una realtà, ma che per il momento è ancora terra neutra. Non sono quello di poche ore fa, e non sono neppure qualcosa di nuovo. Sono una barca che ha tolto gli ormeggi e inizia a navigare sola. Sto uscendo dalla zona di comfort, dal conosciuto che seppur pesante di tante emozioni e di un periodo tosto è pur sempre terra ferma. Ma la terra, anche se "ferma" non è mai davvero tale. E allora a volte, quando la vita ti scuote e ti ricorda che tutto è in continuo divenire, la cura più giusta è fare uno sforzo e andare in contro con coraggio a questo divenire, diventandone protagonisti e non solo inermi spettatori. Prendere il controllo con un colpo di coda e fare un cambio che la vita, forse anche per un solo istante, non si aspettava da noi. La soddisfazione e il potere di determinare il nostro destino e creare mondi. Uscire quindi dalla zona di comfort è la chiave per materializzare la magia, e poi stare a vedere cosa accade. E di cose infatti ne accadono eccome. Se ne vedono delle belle ogni qualvolta si ha il coraggio e la forza di mettere il naso fuori dalla tana. Sta succedendo davvero, e per quanto fossi tranquillo e preparato, immaginare la partenza non è mai come viverla. Certo dopo 4 anni di viaggi continui ormai so bene che proverò molte emozioni, che sentirò sulla pelle quel brivido, quel sottile dolore dello strappo dal conosciuto, quella piccola morte che è il partire. Questa volta però è diverso. Tutto ciò che è successo negli ultimi due mesi mi ha lasciato un grande vuoto, un buco nell'anima. Ma è un vuoto pieno, gravido di energia, forse un energia un po malata, disperata.. ma pur sempre una potente spinta propulsiva. La spinta dal basso verso l'alto di quel "mare di guai" che ti ha inghiottito...come dice una canzone degli Africa Unite che pare raccontare la mia storia. Qui ora tutto si mescola e fonde. La malinconia della partenza, quel vuoto dentro che risucchia e risputandoti fuori ti da un impulso, una rotazione come un buco nero che produce movimento. Vivo questi istanti un po come uno che accetta quello che sta vivendo solo perché sa che è una specie di sogno e tiene gli occhi aperti in attesa di svegliarsi dall'altra parte, nel suo nuovo paradigma.

Domani volerò ad Abu Dhabi e la notte verrò ospitato da un altro couchsurfing. La mattina dopo il terzo ed ultimo volo mi porterà ad Entebbe in Uganda, e li inizierà la vera avventura. Ma questa è un altra storia e per ora è meglio che vada a dormire.