sabato 31 ottobre 2015

Come un fiume sotterraneo...

Quante dimensioni esistono nella realtà? Quanti livelli di lettura ci sono?

La realtà è come un libro il quale messaggio ha vari livelli di profondità. Può essere letto come una storia, come un romanzo, con tutti i suoi personaggi e avvenimenti. Può però dare anche degli insegnamenti profondi nascosti tra le pieghe di una semplice storia. E infine, raggiunta la massima profondità può condurre a quel nucleo attorno al quale gira tutto e che non è visibile agli occhi fisici, ai sensi fisici. In questo livello diventi tu l'autore di quel libro, e il libro diventa magico e parla di te. Diventi scrittore e lettore allo stesso tempo. Un concetto questo che sento e vivo ogni giorno, soprattutto qui in viaggio e per questo torno a toccarlo anche in questo post. Soprattutto direi in questo "post" in cui sono ora, di fronte al lago più importante dell'Africa, il lago Victoria.


Sono approdato qua come prima tappa di questa nuova fase, cioè il mio viaggiare solo e indipendente per un po. Sta letteralmente diluviando nel momento in cui scrivo e poco fa guardando la pioggia cadere e increspare la superficie del lago, che poco prima era piatta come un biliardo, penso alla realtà e ai livelli che contiene e che ci sfuggono continuamente. Noi tendiamo a passare sopra i momenti, agli istanti, con un carro armato, esagitati e famelici di nuovi momenti che di nuovo calpesteremo nella nostra corsa sfrenata. E' come quando si mangia una portata e spesso si pensa alla seguente senza ricordarsi di gustare quella che abbiamo sotto il naso. Siamo proiettati sempre nel prossimo istante, perdendo la magia e il messaggio che contiene quello presente, che appunto è un "presente"  cioè un dono. È Il famoso qui ed ora. Bene è proprio in un posto dove c'è ben poco da fare, molta natura e tempo da spendere che ci si rende conto di quanto siamo incapaci di fermare tutto, di fermare il mondo, il nostro mondo interiore che determina poi quello esteriore. Ogni istante la nostra mente ci racconta una storia partendo dagli stimoli che le arrivano dal mondo esterno. Suoni, odori, immagini e situazioni..ha davvero tutto il meglio per raccontarci la nostra storia, per dirci come dobbiamo reagire a questi stimoli. Ed ecco pronta sfornata la realtà, la nostra personale realtà che è fatta di considerazioni e sensazioni che solo noi viviamo. Ma la mente ha bisogno di continui stimoli, per continuare a raccontare la sua storia, la sua illusione, per continuare a mantenerci distratti e lontani da quel livello profondo che scorre come un fiume sotto il velo della realtà più superficiale. La mente si stanca degli stessi stimoli e allora per vendicarsi inizia a proiettare immagini dal suo immenso repertorio accumulato durante un intera vita. Ed ecco che arrivano emozioni contrastanti di insoddisfazione, di nervosismo e desiderio di stimoli, di adrenalina per potersi sentire vivi, attivi. Ecco che quello che fino a poco fa era un posto magico e perfetto per ritrovarsi può diventare un posto scomodo, una piccola prigione dalla quale si inizia già a pensare di scappare. Ma è qui che arriva il bello, è superando questa fase iniziale che inizia la magia. Viaggiare in fondo è anche questo, non solo fisicamente, attraversando terre e dormendo ogni notte sotto una nuova luna. Viaggiare è anche viaggiare dentro noi stessi, scivolare nelle nostre profondità e portare luce li in fondo, aiutati dal ritmo del viaggio, dalle riflessioni che ti induce a fare e dalle proiezioni di noi stessi che tornano a noi riflesse dagli altri. Ieri prima di pranzo c'era un sole stupendo, all'orizzonte delle bianchissime enormi e soffici nuvole illuminate dal sole.


Le nuvole, ahhh che splendore!! Ho passato tutta la vita ad ammirarle, soprattutto quelle enormi e pannose illuminate dalla luce del sole specialmente al tramonto. Ho sognato spesso di poterci volare attorno e attraverso, e una volta stanco sedermi su una di queste a guardare un tramonto infuocato e il sole scendere e venir inghiottito dall'orizzonte. Le nuvole... stupendo esempio di qualcosa in eterno mutamento, mai statiche e fisse. Quanti di noi abbiamo passato a volte momenti interminabili distesi su un prato con gli amici a vedere le forme più curiose e strane che via via prendevano, e a notare come da una figura si trasformavano in tutt'altro...magia!! Ieri guardavo questo paesaggio e riflettevo sul viaggio che sto facendo, sul mio presente in questo posto. Da pochi giorni ho lasciato Mbale, cittadina che è stata la mia casa per oltre un mese, e dopo tre stupendi giorni con un amica a Kampala eccomi approdato in questo angolo di paradiso. E qui, ispirato dal paesaggio godo del mio presente e cerco di smontare il futuro. Quel futuro che la mente appunto proietta di continuo, facendoti sentire sulle spine, in ritardo con progetti, idee e tutto il resto. Penso a come è iniziato questo viaggio, più come modo per salvarmi, reagire e tornare in piedi dopo una grande batosta. E oro vedo me, qui in Africa di fronte al lago Victoria, a studiare Swahili, a godere di un presente pregno di emozioni e non sentirmi troppo preoccupato per la prossima tappa.
Come molti sanno non ho un biglietto di ritorno per ora..e per il momento non ho neppure voluto guardare i voli e pensare ad una data anche se pensavo di tornare per Natale. Ci penso mentre guardo il paesaggio e di colpo, come per magia la mente si fa da parte, seguo con lo sguardo uccelli che si rincorrono sopra al lago, vedo un aquila sopra un ramo a 2 metri da me..divento un semplice osservatore e penso cosa possa voler di più un essere umano. E allora mi chiedo..ma chi me lo fa fare a tornare? Forse dovrei star qui finché sento di aver preso abbastanza, forse c'è qualcosa per me qui, ed è forse per quello che sono venuto. La vita è ironica e il viaggio ne è la rappresentazione massima. Mi sto lasciando attraversare da tutto, plasmare e trasportare dalla corrente, questo è quello che sento ed è una sensazione pazzesca, da brivido, come mai ho provato finora, perché in viaggio da solo ho a volte un po "stretto i denti" pensando al ritorno. Ora no, sono in volo, già immischiato in persone, posti, situazioni, e già non sono più lo stesso e anche con un biglietto in mano so già che non torno veramente. Questo è il mood in cui voglio stare per ora, e vivere questa mia presenza qui come non ci fosse un domani, renderla infinita e "vita", come stessi qui per sempre.


Per concludere vi lascio con un passaggio dal libro "La storia infinita" capolavoro che contiene appunto diversi livelli di profondità messi assieme ad arte, e che in questo passaggio rappresenta perfettamente quello che sto vivendo in questo momento.

Premessa: Bastiano è nel deserto multicolore di Goab, nato dal bosco Perelun che lui stesso ha "creato" e parla con Graogramàn il possente leone padrone del deserto.

<<Posso farti una domanda, Graogramàn?>> disse dopo un lungo silenzio. <<Il tuo servo ti ascolta>>, fu la risposta del leone. <<Sei davvero qui da sempre?>>  <<Da sempre>>, confermò Graogramàn. <<E il deserto di Goab, anche quello è sempre esistito?>>  <<Si, anche il deserto. Perché me lo domani?>> Bastiano rifletté un po. <<Non capisco>> ammise infine. <<Avrei giurato che esiste soltanto da ieri mattina.>>  <<Che cosa intendi dire, mio signore?>> E allora Bastiano gli raccontò tutto quello che gli era capitato da quando aveva incontrato Fiordiluna. <<E' tutto così strano>>, concluse, <<mi salta in mente un qualsiasi desiderio e subito succede qualcosa che lo esaudisce. Ma non è che io desideri esattamente le cose che succedono, capisci? Non lo potrei neppure. Mai sarei stato capace di inventarmi tutte le piante notturne di Perelun. O i colori di Goab... oppure te! Tutto è molto più grandioso e insieme più reale di come lo potrei mai immaginare. E nondimeno, tutto si traduce in realtà dopo che l'ho in qualche modo desiderato.>> <<Questo succede perché porti AURYN, lo splendore>>, rispose il leone. <<Ma c'è un'altra cosa che non riesco a capire>>, cercò ancora di spiegare Bastiano. <<Tutto comincia a esistere solo dopo che l'ho desiderato? Oppure c'era già e io l'ho soltanto evocato?>>  <<Entrambe le cose>>, disse Graogramàn. <<Ma come può accadere?>> esclamò Bastiano con una certa impazienza. <<Tu sei già qui nel Deserto Colorato di Goab da chissà quanto tempo. La camera nel tuo palazzo era lì ad aspettarmi da sempre. La spada Sikanda mi era destinata da tempo immemorabile. Tutte queste cose le hai dette tu stesso!>> <<Ma è così, mio signore!>> <<Ma io, io in Fantàsia ci sono soltanto dalla notte scorsa! Allora non è vero che tutto esiste soltanto da quando io sono qui!>> <<Signore>>, rispose il leone con molta calma, <<ma tu non sai che Fantàsia è il regno delle Storie? Una Storia può essere nuova eppure raccontare di tempi immemorabili. Il passato nasce con lei.>> <<In tal caso anche Perelun dovrebbe esserci già stato da sempre>>, ribattè Bastiano perplesso. <<Dal momento che tu gli hai dato un nome, mio signore>>, replicò Graogramàn, <<è esistito da sempre.>> <<Vuoi dire che sono stato io a crearlo?>> Il leone restò un momento in silenzio e infine rispose: <<Questo te lo può dire soltanto l'Infanta Imperatrice. E' da lei che tu hai ricevuto ogni cosa>>.

lunedì 26 ottobre 2015

Leviamo l'ancora..

Non scrivo da un po' e dovrò aggiornare, lo farò a breve. Ora però un piccolo aggiornamento in tempo reale..

"..appena gustato un ottima "Engera", piatto tipico Etiope. È uscito il sole dopo una mattina di pioggia torrenziale e tra poco prenderò il ferry per le Ssese Islands, stupende isole sul lago Victoria. Inizia ora il vero viaggio, la benefica solitudine e ritmo interiore che cercavo, del quale ho tanto bisogno. Scopro così la dimensione tra solitudine e compagnia, tra apertura e chiusura, riflessione. Porto con me in questa solitudine gli amici conosciuti e anche qualcosa in più, solo ma a bagno nella moltitudine che vive dentro me. Tutto sempre intriso di un "certo qualcuno", forse dedicato o forse stramaledetto, non ha importanza.. nodi che vanno sciolti. Ora zaino in spalla e si parte, il resto è già storia"

venerdì 9 ottobre 2015

Vaso di pandora..

Consiglio l'ascolto di un paio di canzoni nella lettura di questo testo, perché hanno fatto da sottofondo in questi giorni e nella stesura del pezzo..

"A cosa stai pensando?" Mi chiede facebook.. guardo spesso questa scritta che campeggia e se ne sta li con gran pazienza ad aspettare una risposta. Mi scappa un sorriso, perché a volte davvero non saprei da dove partire. Le emozioni, le riflessioni sono a volte fugaci, un fulmine che collega e illumina mondi interiori lontani e apparentemente scollegati. In un istante passato presente e futuro si mescolano e il tempo si rivela per quello che è..un illusione. La membrana che separa questi mondi si rompe e ora mi sento un rebus cronologico che cammina. In questo periodo mi pare di essere un funambolo, che cammina sul filo di un rasoio..non tagliarsi, non cadere e godersi intanto il panorama stupendo tutto attorno...riuscirci è arte. La vita a volte ti mette la testa dentro un acceleratore di particelle, e tutto diventa così intenso, così profondo e veloce che fa male, ma fa anche sentire estremamente vivi. Una regola fondamentale per non rompersi sotto la forza del vento è oscillare con esso. Seguirne il flusso e lasciarsi portare senza ridigità. Facile eh? Proprio per niente!! Perché in tutto questo c'è anche la mente che fa brutti scherzi, e poi cose che davvero, son dure da mandar giù. Ferite nuove e vecchie; riflessi di forza e vitalità in un anima che a volte scorda di saper volare.
Tuttavia seguo quel flusso, oscillo col vento. Il mio essere qua è già storia, è già un capitolo scritto, che come Bastian sto leggendo e scrivendo allo stesso tempo. A volte sono Atreiu, altre mi pare di essere Bastian nella sua soffitta al calduccio della copertina che si gode la storia. Ma il confine è labile, chi scrive e chi legge? La magia del Viaggio è questa..è come andare alla sorgente, sbirciare nella sala macchine della realtà, vedere come si "srotola" la coscienza e come crea e metabolizza. La routine della vita quotidiana ci da l'impressione di staticità, una parola che nel vocabolario della natura, di Dio non esiste. Esiste però la capacità di adattamento, nel quale l'essere umano eccelle e della quale ci si scorda troppo spesso. Sbirciare in quella sala macchine, scrivere il copione che stiamo leggendo e tuffarsi nella parte. Sono qui da tre settimane, e mi sento a casa. E' sempre una grande emozione poterlo dire. E non è per nulla banale, poter dire di essere a casa in un posto così diverso e lontano, che solo fino ad un mese fa era per me solo un nome e un punto nella mappa. Sono in Africa, e mi sento a casa, a mio agio e, nel mio piccolo, parte di questo mondo. Di certo il segreto sta nell'allenare l'occhio, a vedere non tanto le differenze, ma le uguaglianze, e ce ne sono davvero tante. Le differenze sono dettagli, certo importanti e degni di rispetto, ma non sono il punto focale. Il baricentro di tutto alla fine non è tanto il "come", ma il "perché". Il perché è il motore, la spinta di vita che non ha odore e sapore all'origine, ma si manifesta nei mille colori, profumi, riflessi della razze e dei popoli, seguendo come un fiume percorsi segnati da storia, eventi, dolore, istinto e intuito. E' senza questo filtro che si può avere per pochi istanti la fortuna di vedere il "codice", vedere le cose per quelle che sono..cioè che siamo tutti uguali, solo riflessi unici e diversi della stessa luce all'origine. Certo abbiamo a che fare di continuo con quelle differenze, quelle peculiarità, e in realtà è anche ciò che cerchiamo.. la diversità può far paura, ma genera energia, mette in discussione e fa entrare in quell'ignoto che è così gravido di possibilità. Come un potenziale quantico pronto a reagire e manifestare. Da sempre la natura usa l'incrocio per rafforzare la specie, perché così crea nuove variabili, nuove possibilità e anche regole. Esporsi a diverse culture, colori, odori e situazioni rafforza perché aggiungiamo ingredienti nuovi alla nostra formula personale, nuovi colori alla tavolozza.
Giro per la città, per il mercato. Incrocio sguardi e sorrisi. Saluto con un cenno gli svariati "muzzungu" che mi urlano i bambini e loro esplodono in enormi sorrisi e frenesia che mi riempiono l'anima. Connettersi con questo popolo è meraviglioso. Al mercato rido e scherzo con una signora che mi vende pomodori e carote. Si aggiunge una seconda e poi una terza e pare di conoscerle da sempre. Sento che tra noi, perfetti sconosciuti, c'è un filo che lega nonostante le enormi differenze..quel filo che porta alla fonte neutra, forza motrice di tutto. Faccio un sospiro, mi guardo attorno ascoltando una canzone evocativa. In questa emozione, ritorno al presente e tutti gli Ale passati e presenti si rifondono nel qui ed ora a ridare forma a questo bipede bianco frammentato che cerca di capire chi è e dove sta andando.