giovedì 7 settembre 2017

La divina commedia..

Treviso, partenza fulminea

So da tempo che devo partire se voglio aprofittare della stagione estiva per raccimolare qualche soldino, ma tra eventi e la bellissima estate che è arrivata mi riesce davvero difficile immaginarmi nella piovosa Inghilterra. Tuttavia so che è il momento giusto e so anche che mi farà bene. Ci pensavo da un pò, ma la decisione vera e propria è arrivata in un lapo: venerdì prenotato il volo e sabato partito!!
Ed eccomi quindi dopo quasi un anno di nuovo in Inghilterra, a Londra ospitato da un caro amico e cogliendo l'occasione per visitarne altri nella zona. Passerò un intenso week più due giorni girando per Londra tra serate e attività varie e incontri con amici. Non male come inizio di questo periodo e non male come “distacco” dalla mia realtà estiva Trevigiana. I giorni tuttavia volavano e presto mi ritrovo in viaggio verso Lake Ditrict, la mia destinazione finale. Il bus di megabus, il più economico in assoluto mi avrebbe portato da Londra a Lancaster, non lontano dall'inizio del parco nazionale, in circa sei ore di viaggio. Da li poi avrei preso il treno per Kendal e poi il bus fino a Bowness sul lago di Windermere. Nulla di nuovo, un tragitto che già conosco e un viaggio lungo ma comodo.

Cielata dietro l'apparente scontatezza, una bella avventura dietro mi attendeva dietro l'angolo..

Arriviamo a Manchester e il bus si ferma. Chiedo alla ragazza Cinese seduta a fianco a me se sa per quanto si ferma, visto che studia all'Università di Lancaster e prende spesso questo bus. Mi dice mezzora, ma mi sembra un pò troppo e cerco l'autista per chiedere conferma. Non lo trovo ne al suo posto ne fuori dal bus, ma riconosco molti passeggeri sul marciapiede affianco al bus e penso che dovrei avere un paio di minuti. Vedo un kebabbaro dall'altra parte della strada, letteralmente 50 metri di fronte al bus. Faccio un salto e ordino un falafel, ma mentre sta per darmelo vedo l'autista montare e in procinto di partire. Pago al volo e corro verso il bus il quale si era appena spostato di 10 metri, mi piazzo davanti e agito il falafel facendo capire che mi sta lasciando a terra, ma il conducente fa spallucce con tale enfasi, quasi a voler dire che gli spiace non potermi comunicare quanto poco gliene frega di me. Senza deciderlo le mia gambe partono e inizio a seguirlo al galoppo, neanche fossi uno staffettista appena dopo lo sparo di partenza, ma con il falafel al posto della staffetta. Batto tutti i record sui cento metro, ma nessuno purtroppo potrà mai testimoniarlo, e tanto meno riesco a raggiungere il bus che sparisce dietro alla curva con tutta la mia roba. Mi fermo e dalla rabbia mi verrebbe da piastrellare il falafel a terra, ma mi contengo e guardandomi da fuori mi scappa una risata subito soffocata da un nuovo sbuffo di rabbia, a sua volta mitigato da una nuova risata. Penso che, te pareva se non trasformavo un noioso e scontato viaggio in una nuova avventura, e il pensiero vola ai viaggi recenti in Africa e a tutte le vicisittudini.
Ancora ansimante e coi capelli inesplicabili chiedo informazioni ad una signora su dove fosse la stazione dei treni. Lei mi evita pura con lo sguardo, come fossi un drogato che le chiede qualche centesimo per fare una telefonata. Devo sembrare proprio sbandato, e penso a quanto poco ci vuole per venir considerato strano o poco di buono. Torno alla stazione del bus e chiamo il servizio di megabus. Racconto l'accaduto ma mi rendo conto che dall'altra parte c'è un automa non una persona, perchè nonostante il mio evidente disagio l'operatore si limita a dirmi che la responsabilità è mia perchè per le leggi di sicurezza il conducente non può aprire la porta una volta chiusa e quindi chiunque esca dal bus e cechi di entrare una volta chiusa la porta verrà trattato come un estraneo e una potenziale minaccia. Quel suo tono robotico e il mio non essere esattamente in grazia di dio non mi permettono di aprire la via diplomatica, che sarebbe comunque stata inutile data la posizione granitica che la compagnia ha. Mi dice che l'unica cosa che posso fare è andare a mie spese alla destinazione finale del bus che è: GLASGOW!!! Cioè in Scozia, e quasi altre quattro ore di bus da Manchester. La notizia, sempre comunicata con quel tono robotico non mi rende più socievole, ma capendo che è inutile parlarne saluto e riaggancio.

Per non farti distruggere dal flusso, nuotaci dentro..

Decido di mettermela via e capisco che un motivo ci sarà se tutto questo è successo. Sono le 19, Prenoto il primo bus, sempre di megabus, per Glasgow e ne trovo uno che parte alle due di mattina.
Decido di investire queste ore in questa specie di limbo e di goderne per ciò che mi portano e mi danno. In fondo questa alla fine è un opportunità che mi viene data, viviamo sempre protesi al risultato, a “produrre” in qualche senso, a non perdere mai tempo..e invece a me viene data la possibilità di perdere del tempo, si perchè a parte aspettare non ho proprio altro da fare. Ho con me il solo cellulare abbastanza carico e la carta di credito, che fortunatamente avevo messo dentro la cover del cell per averla sotto mano e pagari e mezzi pubblici a Londra tramite “contactless”. Va da se quindi che non potrò avere grandi distrazioni tecnologiche, e mi toccherà dunque riscoprire la capacità di guardare il mondo, di diventare curiosi e farsi intrattenere da qualsiasi dettaglio del mondo, proprio come fanno I bambini piccoli. Loro non conoscono la tecnologia, e sono attratti dal mondo e dalle sue meraviglie che stimolano la loro insaziabile sete di conoscenza.
Inizio a camminare lentamente, respirando ritmicamente e osservando la città, la gente, I dettagli. Faccio finta di essere invisibile, un punto di coscienza che si muove e raccoglie informazioni senza giudizio, senza appicicare etichette e nomi alle cose che vede o sente. Mi siedo su una pachina, cerco uno spazio mentale infinito, nel quale svanisce il momento in cui mi sono seduto e non c'è attesa per quello in cui mi alzerò. Osservo, respiro, ascolto I suoni e le sensazioni fisiche, il fresco pungente e la pressione della panchina sul mio sedere. Provo una certa soddisfazione per l'esser riuscito a ribaltare la situazione a mio favore e ripenso ai viaggi, specialmente all'Africa con I suoi mille disagi e disavventure che ho vissuto, e la ringrazio.
Nel frattempo un caro amico Australiano che ha visto il post su facebook della mia disavventura, mi manda dei contatti di due suoi amici una a Glasgow e l'altro a Edinburgo. Io ancora spero di cavarmela in giornata a Glasgow e partire il giorno stesso per la mia meta, però intanto è ottimo avere dei buoni contatti.
Inizia a fare fresco e sono in t-shirt e non ho altro da vestire con me. Faccio un giro e vedo un cinema e penso che guardarmi un filmetto in Inglese sarebbe un ottimo modo per stare al caldo e praticare un pò la lingua. Il film finisce circa all'una e manca oltre un ora per il bus. Faccio un giro, perdo ancora un pò di tempo e poi mi dirigo alla stazione per aspettarlo li. La mattina dopo in circa tre ora di bus mi trovo a Glasgow, e subito mi fiondo all'ufficio lost and found. Subito vedo la mia borsa grande che mi danno appena mostro di conoscerne perfettamente il contenuto, ma non quella piccola. Quella appunto che avevo con me tra I sedili e in cui tenevo portatile, portafoglio e molte altre robette. Mi dicono che molto probabilmente sarà in deposito ma che devo aprire un “investigazione” e vista la pila di altre pratiche aperte ed essendo pure venerdì dovrò aspettare lunedì. Penso a quanti altri hanno perduto il bagaglio, magari come nel mio caso colpa di queste ferree politiche di sicurezza.

Tre giorni di magia in Scozia

Okay so che dovrò aspettare tre giorni, e penso che a questo punto potrei andare ad Edinburgo che dista meno di un ora di treno per visitare un caro amico che ho conosciuto l'anno scorso nel mio periodo a Bristol.
E' sempre così che inizia un momento magico, un avventura. Quando lasci ogni speranza, ti lasci andare perchè non c'è altro da fare che aspettare, ti affidi e ti fidi, è così che nasce la magia, ed è così che I miei tre giorni in Scozia sono stati una continua magia.
Arrivo alla stazione di Edinburgo, esco e trovo una giornata meravigliosa. Il sole splende, la temperatura è mite e c'è una piacevole brezza che ti galvanizza. Aspettando di trovarmi con il mio amico mi faccio un giro per la città e resto davvero incantato. Stupenda!! Davvero una città stupenda!! Passeggio e per la via pricinpale tutta in salita e ammiro gli imponenti edifici in stile vittoriano ai lati resi ancor più splendidi dalla luce del sole e dal contrasto con un cielo blu intenso.
Guardo la gente, principalmente turisti e scorgo un paio di uomini in kilt, uno straniero probabilmente affascinato dalla cultura Scozzese e un locale. E' la prima volta che vedo un kilt dal vivo, e penso che bello essere qui e quanto questo mi sembra un vero e proprio viaggio seppur mini.
Passo alcuni artisti di strada, un bambino che suona la cornamusa e una punk che canta canzoni Scozzesi mentre fa lavori con la lana. Mi fermo a chiacchierare con una artista che fa ritratti e caricature. Lei e' Ungherese e viaggiatrice, e da un pò si è buttata a fare l'artista di strada per mettere in pratica il suo talento artistico ma sopratutto per lo stile di vita. Ci troviamo su molti punti e sembra di conoscersi da tempo. Le dico che mi piacerebbe comprarle un ritratto per sponsorizzarla, ma che venticinque sterline sono tante e che preferisco aspettare uno o due giorni per vedere se riesco a trovare qualcuno che mi ospiti la notte così da risparmiare quei soldi e darli a lei. Lei subito, come c'avesse già pensato, mi dice che non vuole soldi e che me lo fa per piacere, anche perchè così attira gente curiosa e magari potenziali clienti. Mentre mi ritrare vengono fuori altri punti in comune, sensazioni, punti di vista e altro che davvero ci spiazza e fa pensare a quante anime gemelle abbiamo sparse per il mondo, o forse, anche a quanto in fondo siamo tutti così simili.
Finito il ritratto ci scambiamo I contatti e io vado all'incontro con il mio amico mentre ripenso all'incontro fortunato e al fatto che ho già un amica a Edinburgo ad appena un ora dal mio arrivo qui. Mi trovo con M. il quale vive in un ostello nell'area per gli ospiti di lungo termine mentre lavora per metter via qualche soldo in attesa di tempi migliori e di uno spostamento da tanto atteso. Mi presenta S. un Sud Americano di circa quaranta cinque anni che nel suo paese è quasi stato ucciso durante una rapina e che poi attraverso varie vicissitudini è approdato in Scozia dove per un periodo ha vissuto come barbone e poi è riuscito a ricevere il sussidio statale.
Entrambi mi invitano a cenare alla mensa dei poveri dove loro cenano ogni sera. Accetto di buon grado perchè mi intriga mettere il naso in questi ambienti e viverli di persona. La cena è organizzata nella sacrestia di una chiesa e ci sono molti volontari che dal banco dove c'è il catering servono la cena ai tavoli. Si mangia semplice, purè di patate e verdure credo sottaceto. Si beve invece abbondante tè e succhi di frutta, e non manca neppure il dolce. Attorno a noi gente di varie estrazioni sociali e condizioni. Molti sembrano e probabilmente sono senzatetto, mentre altri pensionati che fanno fatica ad arrivare a fine mese e altri più giovani come noi che cercano di abbattere Il costo della vita che annulla I sacrifici fatti per mettere via qualche soldo.
Mi calo nella parte e apprezzo e godo della gentilezza dei volontari e del cibo offerto. Mi sento uguale e sullo stesso piano di chiunque in questa stanza, ne più ne meno. D'altronde potrei essere io un senzatetto, non c'è nessuna certezza divina che questo non possa accadere e l'idea di saper stare tra queste persone senza sentirmi a disagio mi conforta.
Come spesso e sempre di più accade noto di trovarmi più a mio agio tra gli ultimi e gli sfortunati, o semplicemente quelli che hanno di meno ma che quindi godono delle piccole cose e si preoccupano solo del necessario senza, (loro malgrado), cadere nell'opulenza del troppo che droga e rende insensibile.

Assieme al mio amico M. iniziamo a cercare un ostello per la notte, qualcosa di economico in attesa di qualche risposta da couchsurfing dove avevo mandato varie richieste di ospitalità.
Dopo aver girato mezza città, con gli ostelli tutti pieni o dai prezzi folli, ne troviamo finalmente uno a 18 sterline a notte, costruito dentro una chiesa sconsacrata. Davvero curioso vedere la struttura in cartongesso delle stanze e nei “corridoi” dell'ostello avere come tetto quello della chiesa stessa.
Quasi all'ora di dormire mi rendo conto che mi era del tutto passato di mente il contatto del mio amico Australiano. Lo contatto e ricevo quasi subito conferma dal suo amico che mi da subito indirizzo e istruzioni per vederci il giorno dopo!
E' così che conoscerò Dusko che vive a Edinburgo da poco lavorando come Ingegnere civile e con il quale diventerò subito ottimo amico.
Dusko mi ospiterà Sabato e Domenica, e in quei due giorni davvero mi sembrava di essere a Edinburgo da tempo, dandomi appuntamenti in centro con il mio amico M., con Dusko e con la mia amica artista. E' sempre stupendo scoprire di avere amici ovunque si vada, e sentirsi come a casa già in poche ore quando di solito restando nelle strutture proposte ai turisti si resta del tutto sconnessi dalla realtà locale e si gira la giostra del turismo commerciale.

L'energia intanto si accumula ed è ora di concretizzare lo scopo dell'essere qua in Inghilterra..

Arriva Lunedì e torno a Glasgow dove finalmente mi viene ridato Il prezioso zainetto, e con un sospiro di sollievo mi organizzo per andare a Lancaster da dove poi prenderò un treno diretto a Kendal che è una delle “porte d'accesso” per Lake District.
Dove sto andando è solo una zona dell'ernome parco nazionale di Lake District, e in particolare si tratta del lago di Windermere appunto uno dei tanti laghi del parco.
Attorno al lago e in particolare sulla sponda destra sorgono vari villagi tra cui Bowness che è quello più a sud, Windermere circa a metà lago e Ambleside sulla punta nord del lago. Questi tre in particolare sono I posti in cui cercare lavoro durante la stagione e più o meno tutti pullulano di richieste di personale.
Passo la giornata tra bus, treno e altri bus e finalmente arrivo a Bowness nel tardo pomeriggio. La giornata era stupenda già dalla mattina a Glasgow, e anche a Lake District resta bella. Mi accoglie un sole splendente ed essendo parecchio alti come latitudine, in piena estate le giornate sono davvero lunghe, e si ha luce fino alle 23. Mi vado a piazzare su un prato che conosco con vista lago e mi godo l'ultima oretta di sole prima che spraisca dietro alle colline.
Come spesso accade ultimamente non ho ancora un posto in cui dormire e ho solo in mente il nome di un ostello a Windermere che avevo contattato qualche giorno prima e che pareva avere un buon prezzo.
Non mi preoccupo e lascio che le cose fluiscano, ormai so bene che è l'atteggiamento migliore e che permette alla magia e alle possibilità di manifestarsi. Scende il sole e mi incammino pigramente verso l'ostello a Windermere. Non c'è una vera e propria reception e bisogna chiamare per chiedere se c'è posto. La risposta è posivita e subito sistemo la mia roba per poi andare a fare una spesetta li vicino.

E' tempo di vedere cosa bolle per me nel pentolone magico..

Non esiste partecipazione senza un cambio, senza una contaminazione di ciò che siamo a tutti I livelli. Uno non viene fino a qua per cercare meccanicamente un lavoro e poi tornare a casa come nulla fosse accaduto. Questo lo so da sempre, ma è ogni volta una ri-scoperta, perchè a volte, anzi spesso c'è in noi qualcosa che frena e che non vorrebbe quel cambio. E' un pò quello che accade quando stiamo per fare il bagno al mare o al lago, dove l'acqua è freddina. Quel momento prima di bagnarsi, in cui stiamo così bene asciutti e al caldo è una zona di comfort, dalla quale non vorremmo allontanarci. Tuttavia una volta in acqua, la sferzata di energia del freddo ci attiva e rivitalizza corpo e mente e quasi ci chiediamo in che razza di pigrizia stessimo sprofondando poco prima. Ecco lo stesso accade, almeno per me, in queste situazioni dove siamo in un limbo troppo tiepido e morbido da lasciare. Questo essere turista-non-turista, tra viaggio e attesa di un lavoro è gravido di emozioni, di ciò che si ha lasciato a casa, delle possibilità che come un frutto maturo stanno per cadere e materializzarsi nella nostra realtà.
Allora in questo limbo, come li sul bagnasciuga prima di tuffarsi, l'unica cosa da fare è recidere quell'ultima resistenza al cambiamento e tuffarsi del tutto nel nuovo paradigma.

Uno speciale lasciapassare..

Mi sveglio abbastanza presto e vado in biblioteca a stampare trenta cv e parto subito per un primo giro di consegna.
Il giorno prima camminando verso Windermere avevo visto una guesthouse con affisso un annucnio di richiesta personale e con offerta di alloggio incluso. L'avevo tenuta in mente come primo posto in cui provare vista la presenza dell'alloggio.
Arrivo di fronte all'entrata e mi trovo in compagnia di mille diversi stati d'animo. La speranza di trovare presto un buon lavoro, la voglia di restare in quel limbo e il tentativo di non pensare a nessuna delle due e agire soltanto.
Prendo un bel respiro, svuoto la mente e sceglo l'azione. Mentre afferro un cv e faccio per entrare mi vien da ridere per la situazione e per tutti quei miei stati d'animo.
Trovo alla reception una ragazza alla quale consegno il cv e che mi dice che lo darà alla manager che in questo momento non c'è. Sto per uscire e compaiono due ragazze, una delle quali la manager con 6 tazze in mano e che tutta trafelata mi dice di mostrarle il cv. Lo guarda appena e vede che ho scritto dei miai viaggi e subito mi chiede qual'è stato l'ultimo. Gli dico Africa in bicicletta, e spalanca gli occhi. Mi dice che è del Sud Africa e che quel magico continente è nelle sue ossa, nella sua pelle e anima. Mi mostra rapidamente l'hotel e mi spiega il lavoro e dopo poco mi chiede se mi va di fare una prova il giorno dopo per vedere se mi piace. Rispondo di si, saluto ed esco e mi dirigo verso Bowness giù al lago. Mentre cammino penso a quello che è successo. Sono entrato al primo posto e ho già trovato un lavoro, non può che essere un segno che l'altra era come anticipato da tutta questa ondata di energia e stupendi incontri degli ultimi giorni.
Ancora non lo sapevo, ma l'ondata non si era ancora esaurita, anzi.
Infatti..
Arrivo al lago e mi viene voglia di un giro in barca a remi e mi metto in fila dove sulla sponda del lago noleggiano le barchette a sedici sterline all'ora. Aspetto dieci minuti sotto il sole ma ancora nulla, mentre nella fila a fianco quella per noleggiare barche a motore, la gente viene processata molto più velocemente.
Finalmente dopo altri dieci minuti arriva uno dello staff che scusandosi un sacco mi fa cenno di seguirlo. Io faccio per tirare fuori la carta e lui mi dice che non c'è problema e posso pagare dopo visto che ho aspettato tanto e mi accompagna alla barchetta.
Esco e vado verso Il centro del lago dove, abbastanza lontano da tutti posso togliermi il ridicolo giubbetto galleggiante, togliermi la maglietta e distendermi per traverso con I piedi a penzoloni in acqua godendomi il sole stupendo. Mi sento un re e non potrei chiedere nulla di meglio in questo momento. Penso a quanto poco ci voglia per godersi la vita e trovare momenti di gioia in cui semplicemente fluire.
La mia svanisce in fretta e ritorno al molo. Lo stesso ragazzo mi accoglie e mi chiede come sia andata e capisco che dev'essere contento che sia tornato perchè mi dice, loro sono la dalla mattina e davvero non vede l'ora di andare a casa. Appena metto I piedi sulla spiaggetta di sassi gli dico che vado a pagare, ma lui mi ferma e mi dice che non c'è bisogno e che questo giro me lo offre lui. Io rimando sbigottito e insisto ma lui mi dice che è un piacere, e anzi di passarlo a trovare per due chiacchiere e mi saluta calorosamente. Mi incammino verso il praticello del giorno prima mentre sono un misto di risata, commozione e stupore. E' come se negli ultimi giorni molte cose che di solito la gente paga come servizi, per me fossero gratis, come avessi un qualche lasciapassare (o lasciapassAle..) che mi permette di uscire, seppure per brevi istanti dal sistema.

Aspettarsi l'inaspettato...

Mi sveglio presto e vado alla guesthouse per il giorno di prova.
Lavoro cinque ore che passano in un lampo e senza nessun intoppo, anzi con visibile soddisfazione dei miei nuovi colleghi. Caspico subito che a questo punto che il lavoro ce l'ho e dipende solo da me se mi piace, e ovviamente considerato tutto direi che questo è il posto in cui era destino che venissi. La manager tuttavia mi dice tutta dispiaciuta che l'alloggio si libererebe solo in una settimana circa quando uno dei colleghi che è li da due anni lascierà il lavoro per tornare in Spagna.
Mi godo il resto della giornata e passo la serata il ostello con un giovanissimo ragazzo Danese che sta facendo un viaggio di solo auto-stop in Inghilterra fino alla Scozia e due giovani ragazze Londinesi.
Il giorno dopo vado a lavoro e la manager mi dice che forse ha una soluzione per me, cioè mettere ogni sera nella zona lounge un materasso per poi toglierlo prima di iniziare a lavorare. Le dico che sarebbe ottimo e, dopo il lavoro, tornando all'ostello disdico le due notti in più che avevo prenotato.
Il giorno dopo passo all'ostello per pagare la notte precedente e ne aprofitto per fermarmi nella cucina condivisa e pranzare li. Mentre mangio arriva una ragazza che ancora con lo zaino in spalla si ferma davanti alla bacheca studiando le regole dell'ostello e come funziona il pagamento. Le spiego un paio di cose e poco dopo mi chiede se fossi mai andato a nuotare nel lago.
Le rispondo di no, ma che prima o vorrei farlo. Le come fosse la cosa più naturale del mondo mi fa “ti va di andarci ora?”, e io con la stessa identica naturalità le rispondevo “perchè no? Certo andiamo!!”
Dopo pochi minuti eravamo sulla sponda del lago, ridendo della situazione che si era creata e di come due perfetti sconosciuti come noi pareva si conoscesse invece da sempre. Un cielo tappezzato di nuvole bianche, sole e un paesaggio imponente ci accoglievano.
L'aria era frizzante e potente e noi due scintille libere coscienti della natura della realtà e di come noi possiamo crearne una nostra personale.
Abbiamo vissuto il momento, senza etichette o bisogno di aderire a clichè di nessun tipo. Abbiamo distillato il tempo e ci siamo inebriati con l'essenza del momento cogliendo l'attimo.
Per tre giorni, ogni giorno sembrava l'ultimo, poi il gioco reiniziava e con lui la magia del momento.

Tutta questione di oscillazioni..

Ultimamente vivo davvero sulla pelle la magia e l'andamento oscillatorio della vita. Da una parte trovo, dall'altra perdo, da una parte do, dall'altra ricevo..
Se questo è naturalmente presente nella vita di tutti (anche se molti spesso vedono solo il lato negativo) è anche vero che a me capita sempre più rapidamente. Questa alternanza, questa oscillazione sta come aumentando la sua frequenza ed è quasi all'ordine del giorno che mi trovo in situazioni straordinarie, inteso letteralmente come “fuori dall'ordinario”.
Qui le speculazioni filosofiche potrebbero davvero sprecarsi e come un tarlo scavare nella trama della realtà. La verità più semplice però secondo me è che la vita di per se è qualcosa di altamente instabile. Tutto cambia, tutto si trasmuta continuamente, ed è solo nella nostra testa, nella nostra interpretazione delle cose che tutto è statico, o almeno secondo noi dovrebbe. Ed ecco infatti che ,quando la realtà cambia in maniera così netta da non permetterci più di ingannarci e di continuare a vederla statica, soffriamo e rifiutiamo la realtà stessa. Vivere sul filo del rasoio del momento presente non solo permette di accettare e vivere questo continuo flusso, questo cambiamento, ma anche di poter ricevere I doni che questo può portare e di saperli riconoscere e accogliere.
Ora, beh pare per come ne parlo che io sia proprio in grado sempre di farlo. Ecco, non è così. E' si vero che so vedere questa natura della realtà, e che spesso mi porta de doni che vivo con grande gratitudine ed emozione. Allo stesso tempo però quel cambiamento sa a volte sconvolgermi e mostrarmi come sicuramente anch'io vivo attaccato al mio scoglio e alle mie certezze.
A dimostrarmelo è stato quando circa un mese ho scoperto di aver perso il portafoglio.
Nonostante fossi, almeno credevo, allineato con il flusso e con l'oscillazione, la perdita che comprendeva anche alcuni ricordi ai quali ero ancora legato, mi ha mandato in totale crisi e mi ha fatto perdere quell'equilibrio e serenità. Alla fine tuttavia, tutto ciò che succede e passa nello schermo della nostra vita, è esattamente: “tutto ciò che succede e passa nello schermo della nostra vita”. In altre parole, è quel che è ed è perfetto così com'è, anche se sembra imperfetto e sbagliato. Cosicchè, pure una reazione apparentemente sbagliata, o un nostro auto-giudizio severo tipo “ho perso il mio equilibrio e non avrei dovuto permetterlo per così poco” è una rigidità e un non accettare ciò che è, e volendo essere un pò ricorsivi, pure il non accettare di non aver accettato.


Tutto è perfetto, anche l'imperfetto.